Home sito famiglia Dall'Agnol

Associazione famiglia Dall'Agnol e altre emigrate da Fastro di Arsiè

L'associazione raccoglie e promuove i contatti e le ricerche, fra i membri della famiglia, al fine di mantenere la memoria, la cultura e le tradizioni del passato.

Home » Origini » Fastro » Storia di Fastro

Storia di Fastro

Storia di Fastro, dalla preistoria agli anni recenti.

I primi abitanti

I primi abitanti giunsero nella vallata di Arsiè subito dopo l'ultima glaciazione, circa 10.000 anni fa, provenienti dal Trentino attraverso Cima Campo. Il primo nucleo di capanne si formò a Mellame, che poi si espanse ai Solivi di Fastro. Vivevano di caccia e di pesca (nel Brenta), e rimasero praticamente indisturbati fino a che, verso il 200 d.C., giunsero i Romani che costruirono la strada Feltre - Arsiè - Primolano - Trento.
La valle di Fastro fu indicata come "fagastra", cioè "luogo di faggi", da cui il nome "Fastra", oggi Fastro.

Dopo il crollo dell'Impero Romano (476) la zona passò sotto gli Ostrogoti di Teodorico: ma poi fu riconquistata da Narsete (Impero Romano d'Oriente - 535) che fece anche costruire in fretta delle fortificazioni per bloccare le strade, tra cui il Castello della Scala (ancora visibili i muraglioni e i due lastroni verticali in cui era alloggiata la balista, in località "Minori"). Ma nel 568 i Longobardi arrivarono, cacciando Narsete. Sottoposero gli abitanti a una cupa e barbarica soggezione, rinserrandosi in castelli dove abitavano le famiglie "proprietarie" della zona (tra cui il Castello di Tol, che poi entrerà nello stemma del Comune).

Nel 774 Carlo Magno sconfisse i Longobardi, introdusse il sistema feudale, ma lasciò intatti usi e consuetudini locali. Acquisì al fisco regio, o "demanio", tutte le terre non già di proprietà di qualcuno (e cioè foreste e parte sommitale delle montagne), assegnandole in uso alle collettività paesane, che le gestivano in comune stabilendo dei regolamenti (le "Regole", da cui avrà origine la proprietà Comunale pubblica). Dopo la morte di Carlo Magno (814) il suo Impero si sfasciò e il nostro paese, con tutto il Feltrino, divenne merce di scambio nelle lotte tra le varie Signorìe locali che si succedettero (Conti del Tirolo, Carraresi, Visconti, Scaligeri, ecc.). A tutti interessava il Castello della Scala (che faceva capo a Feltre) sia per la sua importanza militare, sia perché vi si faceva pagare il dazio ai viandanti. Ma nel 1388 i Visconti di Milano, impadronitisi del feltrino, trasferirono a Bassano la proprietà del Castello della Scala unitamente alla parte dell'abitato di Fastro dove risiedevano i custodi (e cioè "Fastro Bassanese").

Il dominio di Venezia

Nel 1404 Venezia, subentrata ai Visconti, mantenne tale situazione che divenne poi definitiva, ed è la lontana origine della divisione di Fastro tra le due province di Belluno e Vicenza. Sotto Venezia l'economia migliorò, le capanne cominciarono a trasformarsi in case di pietra, e il paese si ingrandì con la località del Pusterno e con le case di fondo valle lungo la strada.
La prima chiesetta fu costruita nel 1730 all'inizio della strada del Solivo: che però poco dopo, nel 1748, fu distrutta da un'alluvione (al suo posto è stato eretto un capitello). Nel 1754 fu messo mano alla nuova chiesa, che è l'attuale. Dopo gli andirivieni militari delle guerre napoleoniche (1796-1813), nel 1815 Fastro passò sotto l'Austria (Regno Lombardo-Veneto) fino alla sconfitta dell'Austria nella 3ª Guerra di Indipendenza (1866), in seguito alla quale il Veneto fu aggregato al neo-costituito Regno D'Italia.

Da ricordare che durante la 1ª Guerra di Indipendenza, l'8.5.1848, gli Austriaci condussero una manovra diversiva su Fastro che trasse in inganno i Comandanti dei reparti che bloccavano le valli del Piave del Brenta, attirandoli qui con una parte delle loro truppe. Gli Austriaci poterono quindi forzare il passaggio lungo il Piave, giungendo in pianura e vincendo la guerra. In occasione dello scontro a Fastro fu bruciata la canonica, e tutti i documenti andarono perduti.

I primi emigranti

Il Governo Italiano non si preoccupò della enorme povertà dei nostri luoghi, non cercò di migliorarne la vita: quando nel 1875 il Brasile cominciò a richiedere manodopera, favorì invece l'emigrazione. Nel 1876 una parte del paese di Fastro emigrò insieme, accompagnata dal Parroco Don Domenico Munari, e andò a stanziarsi nel Rio Grande Do Sul, zona di Bento Gonçalves.

La prima guerra mondiale

Pochi anni dopo (1884) il Governo Italiano, temendo che l'Austria avrebbe voluto recuperare il Lombardo-Veneto invadendo l'Italia, progettò una lunga catena di fortificazioni tra cui i Forti del Tombion, Tagliata Scala, Col del Gallo, Cima Campo e Cima Lan, con numerose opere civili collegate, tra cui la linea ferroviaria Bassano-Primolano (1910), l'acquedotto della Val di Grigno, e le strade militari Fastro - San Vito - Col del Gallo e Fornace - Mellame - Cima Campo.
L'elevato impiego di manodopera nella costruzione dei forti fermò l'emigrazione, ma poco dopo l'Italia veniva coinvolta nella Grande Guerra, che tanti lutti ha lasciato nel nostro paese.

Gli ultimi decenni

Nel periodo successivo non si ritrovano più fatti di particolare rilievo, se non che a partire dagli anni '70 l'evoluzione nella gestione economica dell'agricoltura e la maggior remuneratività del settore industriale hanno progressivamente indotto a chiudere le piccole aziende famigliari con il conseguente abbandono dell'agricoltura e la costante riduzione della popolazione, giunta ora a livelli preoccupanti. Al punto che i nostri paesi, un tempo luoghi di emigrazione, sono diventati paesi di immigrazione con l'arrivo di numerosi extracomunitari che vengono a riempire i vuoti lasciati dal decremento della nostra popolazione, e il processo appare inarrestabile.

Fastro è destinato a diventare un museo?

Fastro! Il luogo di origine delle famiglie


Ultimo aggiornamento: 01/09/2006